FAQ Medicina somatica acuta
Le nostre domande frequenti forniscono nozioni di base e risposte comprensibili sull’ANQ e le sue misurazioni della qualità. Le seguenti riguardano il settore della medicina somatica acuta.
Riammissioni non pianificate
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DOMANDE GENERALI SULLE RIAMMISSIONI NON PIANIFICATE
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Che cosa si intende esattamente con «riammissione non pianificata»?
Si tratta di una riammissione in regime stazionario a causa di un evento clinico acuto verificatosi entro trenta giorni dalla dimissione dopo una prima degenza e non previsto sin dall’inizio né atteso al momento del primo ricovero.
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Come si distingue una riammissione pianificata da una non pianificata?
la distinzione tra riammissioni pianificate e non pianificate avviene automaticamente mediante un algoritmo a più livelli basato su dati ospedalieri codificati di routine. Il processo prevede le tappe seguenti.
- Tra tutte le riammissioni entro trenta giorni, vengono innanzitutto escluse quelle con una diagnosi principale oppure un trattamento principale o secondario considerati pianificati (p.es. chemioterapie, riabilitazioni).
- Successivamente, tra le riammissioni restanti vengono individuate quelle con un trattamento principale o secondario potenzialmente pianificato. I casi che non comprendono trattamenti di questo tipo vengono definiti riammissioni non pianificate.
- Per i casi con trattamenti potenzialmente pianificati, si decide in base alla diagnosi principale:
3.1. se la diagnosi principale è acuta o legata a complicanze di trattamenti, la relativa riammissione è considerata non pianificata;
3.2. qualora non fosse possibile decretare se una diagnosi principale è acuta o legata a complicanze di trattamenti, la relativa riammissione è interpretata come pianificata.
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Come si distinguono le riammissioni pianificate da quelle non pianificate nel caso di composizioni di casi?
nei dati ospedalieri rilevati di routine, le riammissioni secondo SwissDRG avvenute entro diciotto giorni all’interno dello stesso gruppo di diagnosi principale vengono riunite in un unico caso assieme al primo ricovero. Visto che nei dati le diagnosi non hanno riferimenti temporali, in queste composizioni di casi non è chiaro se una determinata diagnosi si sia manifestata solo alla riammissione o se fosse presente già alla prima degenza. A causa di questa circostanza, nell’ultima parte dell’algoritmo menzionato in precedenza non è possibile determinare con certezza sulla base della diagnosi principale se una riammissione con un potenziale trattamento sia pianificata o non pianificata. Nel dubbio, in tali casi si decide a favore degli ospedali optando per la riammissione pianificata, la quale non viene considerata un’anomalia in termini di qualità. Maggiori informazioni si trovano nel concetto di analisi e nel manuale sulle riammis-sioni non pianificate.
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Come mai si monitora un periodo di trenta giorni dalla prima degenza (e non per esempio un periodo di diciotto giorni)?
il periodo di trenta giorni è consolidato a livello internazionale. Si tratta di un lasso di tempo nel quale i pazienti sono particolarmente vulnerabili alle conseguenze indesiderate dei trattamenti. Le riammissioni durante il primo mese dopo la dimissione, inoltre, sono fortemente influenzabili dalla presa a carico stazionaria e dalla collaborazione con il settore sanitario successivo. Il periodo di diciotto giorni previsto da SwissDRG persegue solo scopi di conteggio, non è stato pensato per misurazioni della qualità.
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I trasferimenti e i ritrasferimenti sono considerati riammissioni?
no, i trasferimenti interni nell’arco di 24 ore e i ritrasferimenti vengono esclusi esplicitamente dall’analisi e non conteggiati come riammissioni non pianificate.
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Il metodo utilizzato per le riammissioni non pianificate è convalidato?
sì, il metodo è basato sugli indicatori di qualità sviluppati dalla Yale School of Medicine e utilizzati presso i Centers for Medicare & Medicaid Services (CMS). È stato adeguato al sistema sani-tario svizzero e testato nell’ambito di un ampio studio di validazione al quale hanno partecipato sette partner ospedalieri indipendenti (vedi pubblicazione scientifica).
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Perché si distingue tra riammissioni a livello ospedaliero, legate a singole coorti o specifiche secondo la diagnosi e l’intervento?
questa differenziazione consente un’analisi clinica ragionevole. La prospettiva a livello ospedaliero fornisce una panoramica complessiva, le cinque coorti (chirurgica/ginecologica, cardiorespiratoria, cardiovascolare, neurologica, altro) permette una classificazione secondo profili clinici, gli indicatori specifici secondo la diagnosi e l’intervento si concentrano su gruppi vulnerabili (p.es. infarto miocardico acuto, insufficienza cardiaca, BPCO, polmonite, ictus ischemico, bypass aorto-coronarico isolato, protesi totale elettiva dell’anca o del ginocchio). Con queste suddivisioni, è possibile riconoscere e approfondire in modo mirato i modelli che si delineano.
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Nelle riammissioni a livello ospedaliero, legate a singole coorti o specifiche secondo la diagnosi e l’intervento ricorrono più volte gli stessi casi?
una riammissione può effettivamente apparire nei campioni di indicatori diversi (p.es. in quello a livello ospedaliero e in quello della coorte corrispondente, risp. dell’indicatore specifico secondo la diagnosi o l’intervento corrispondente) perché i gruppi di pazienti contenuti in tali campioni tendono a sovrapporsi, ma non viene conteggiata due volte nel singolo indicatore.
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I pazienti ricoverati più volte vengono conteggiati come riammissioni ripetute?
riammissioni consecutive della stessa persona non vengono conteggiate più volte come riammissioni separate. I ricoveri già considerati riammissioni non pianificate di una prima degenza non vengono quindi utilizzati di nuovo come prime degenze al fine di monitorare le riammissioni successive. In questo modo, si evitano i conteggi ripetuti.
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Come mai il numero di dimissioni considerate nel campione delle riammissioni a livello ospedaliero è diverso da quello di tutte le coorti messe insieme?
perché le degenze che sono già a loro volta riammissioni non vengono più considerate primi ricoveri ed escono quindi dal campione (vedi risposta alla domanda precedente). L’esclusione di questi casi può avere effetti diversi secondo la coorte: se per esempio una paziente è presente tre volte nel campione a livello ospedaliero e uno di questi tre casi viene escluso dal campione perché si tratta di una riammissione, se i tre casi sono ripartiti in coorti diverse può darsi che nessuno venga escluso.
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Qual è la differenza tra riammissioni interne ed esterne?
le riammissioni interne avvengono nello stesso ospedale acuto, rispettivamente nella stessa sede della prima degenza. Le riammissioni esterne avvengono invece in un altro ospedale acuto/in un’altra sede. Grazie al collegamento dell’ID dei pazienti nei dati UST, si riesce a individuare a livello svizzero queste riammissioni esterne, cosa che invece non è possibile fare con la base di dati di cui dispongono gli ospedali.
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Le riammissioni in un’altra sede dello stesso gruppo di ospedali rispetto alla prima degenza sono considerate interne o esterne?
dipende dai dati forniti. Se le sedi in questione sono registrate con lo stesso ID anonimo, la riammissione è considerata interna, altrimenti è esterna. Sono gli ospedali e le cliniche a definire quali sedi siano da ritenere appartenenti allo stesso gruppo.
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Che cos’è l’aggiustamento secondo il rischio e come si svolge nell’ambito delle riammissioni non pianificate?
la procedura statistica dell’aggiustamento secondo il rischio corregge le differenze nel collettivo di pazienti di ospedali e cliniche cosicché gli istituti possano essere confrontati equamente. Per ogni indicatore di qualità, viene calcolato un modello di regressione logistico che considera fat-tori come l’età, il sesso e le malattie concomitanti. Maggiori informazioni si trovano nel concetto di analisi e nel manuale sulle riammissioni non pianificate.
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A che cosa servono gli intervalli di confidenza e come consentono di distinguere i risultati anomali da quelli nella norma?
gli intervalli di confidenza indicano l’incertezza statistica di un tasso. Per il tasso di riammissioni aggiustato secondo il rischio, viene calcolato un intervallo di confidenza del 95%, il quale indica, con una confidenza appunto del 95%, in quale settore si trovano effettivamente i risultati dell’ospedale in questione in considerazione degli influssi casuali. I limiti inferiore e superiore di questo intervallo di confidenza possono essere confrontati con il tasso medio di tutti gli ospedali al fine di decretare se il risultato è più alto o più basso della media, rispettivamente del valore comparativo di tutti gli istituti. Un esempio si trova nel concetto di analisi e nel manuale sulle riammissioni non pianificate.
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Esistono ausilii all’interpretazione dei risultati dei confronti statistici? E dove è possibile trovare in generale informazioni più approfondite sul metodo di rilevamento delle riammissioni non pianificate?
sì, nel concetto di analisi e nel manuale sulle riammissioni non pianificate viene spiegato il metodo e vengono forniti ausilii all’analisi/interpretazione. Nel rapporto comparativo nazionale, inoltre, i risultati vengono discussi e classificati.
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A chi posso rivolgermi in caso di ulteriori domande sull’analisi a cui non è stata fornita risposta qui?
per eventuali domande sull’analisi, potete scrivere all’ANQ all’indirizzo info@anq.ch.
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Che cosa si intende esattamente con «riammissione non pianificata»?
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DOMANDE GENERALI SUL SOFTWARE QLIZE!
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Come vengono analizzati i risultati delle riammissioni non pianificate?
l’analisi viene effettuata con il software web Qlize!, messo gratuitamente a disposizione di tutti gli ospedali tramite l’ANQ. Qlize! consente di inserire filtri interattivi (p.es. secondo la diagnosi, il periodo ecc.), di confrontare tassi di riammissione osservati e attesi, di rappresentare confronti statistici con intervalli di confidenza e visualizzazioni dettagliate fino al livello di singolo caso.
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Ospedali e cliniche devono pagare per utilizzare il software Qlize!?
no, la versione dell’ANQ è finanziata tramite una licenza collettiva e messa a disposizione gratuitamente di ospedali e cliniche.
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Quante licenze Qlize! vengono messe a disposizione dall’ANQ per ogni istituto?
l’ANQ mette gratuitamente a disposizione una licenza per ogni ospedale, rispettivamente gruppo di ospedali.
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È possibile acquistare altre licenze per Qlize!?
sì, potete rivolgervi direttamente alla Logex, offerente del software, all’indirizzo support-dach@logex.com.
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Perché esistono diverse versioni di Qlize!?
nel quadro della licenza collettiva dell’ANQ vi sono due versioni di Qlize!, che utilizzano due basi di dati diverse. La versione con i dati UST si avvale dei dati nazionali forniti dall’Ufficio federale di statistica (UST) e contiene anche riammissioni esterne (vedi la risposta alla domanda sulle riammissioni esterne qui sopra). I dati UST vengono tuttavia pubblicati con un anno e mezzo di ritardo e, per questioni di protezione dei dati, non consentono l’analisi di singoli casi. La versione con i dati degli istituti utilizza invece i dati forniti direttamente dagli ospedali e dalle cliniche: i risultati sono dunque disponibili più rapidamente ed è possibile analizzare singoli casi. Questa base di dati non permette tuttavia di individuare le riammissioni esterne (vedi risposta alla do-manda sui dati delle cliniche e sulle riammissioni esterne qui sotto). Visto che l’ANQ mette a disposizione entrambe le versioni agli ospedali e alle cliniche, gli istituti possono esaminare subito i loro risultati e analizzarli fino al livello di singolo caso, e in seguito confrontarli con i risultati nazionali UST, incluse le riammissioni esterne. La partecipazione all’analisi con i dati propri è però facoltativa.
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Qlize! può essere utilizzato in diverse lingue? Se sì, come si cambia la lingua?
sì, Qlize! è disponibile in italiano, tedesco e francese. La lingua viene cambiata nel portale SMARTlize!, tramite il quale si accede a Qlize!.
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Come si possono fare delle selezioni, filtrare dati, predisporre e rimuovere filtri in Qlize!?
i dati e i risultati possono essere filtrati in modo interattivo cliccando campi e opzioni di selezione. È possibile anche combinare più selezioni e filtri. Maggiori ragguagli si trovano nella pagina Wiki di Qlize! e nel video didattico disponibile nel portale SMARTlize!, tramite il quale si accede a Qlize!.
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Se si selezionano più categorie di selezione (p.es. nei filtri), Qlize! le interpreta come cumulo di condizioni o come alternative?
in genere, più valori selezionati in un campo (p.es. all’interno di un filtro) vengono considerati alternative, mentre più valori selezionati in vari campi sono considerati un cumulo di condizio-ni. Ciò significa che all’interno di un campo ogni selezione supplementare amplia i dati, mentre tra campi diversi ogni selezione supplementare riduce la quantità di dati.
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È possibile salvare le selezioni o le impostazioni effettuate in Qlize!?
sì, la funzione bookmark consente di salvare le selezioni effettuate e di richiamarle in un secondo tempo. Questa funzione viene spiegata nel video didattico disponibile nel portale SMARTlize!, tramite il quale si accede a Qlize!.
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I risultati, rispettivamente gli ID dei casi possono essere esportati da Qlize! ed elaborati esternamente?
sì, tutti i risultati, le tabelle e i grafici (incl. l’elenco con gli ID dei casi) possono essere esportati (p.es. in un file Excel o come immagine) cliccando il tasto destro del mouse. Questa funzione viene spiegata nel video didattico disponibile nel portale SMARTlize!, tramite il quale si accede a Qlize!.
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Sono previste formazioni sull’utilizzo di Qlize!? Se sì, in quale forma, quando e in quali lingue?
sì, l’ANQ propone diverse formazioni online in tedesco con traduzione simultanea in francese. Le date dei corsi vengono sempre comunicate con largo anticipo.
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Esiste materiale didattico da consultare autonomamente sul software Qlize!?
sì, video didattici sull’utilizzo di Qlize! e sull’interpretazione dei risultati delle analisi sono disponibili nel portale SMARTlize! e nel cockpit di Qlize!.
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A chi posso rivolgermi in caso di ulteriori domande tecniche sul software a cui non è stata fornita risposta qui?
per eventuali domande tecniche, potete scrivere alla Logex all’indirizzo support-dach@logex.com.
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Come vengono analizzati i risultati delle riammissioni non pianificate?
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DOMANDE SPECIFICHE SULLE ANALISI CON I DATI UST
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Perché i risultati dell’analisi con i dati UST vengono messi a disposizione solo un anno e mezzo dopo?
l’Ufficio federale di statistica (UST) ha bisogno di tempo per verificare e collegare i dati di tutti gli ospedali e di tutte le cliniche. Solo quando questi dati sono stati corretti è possibile procedere con le analisi delle riammissioni non pianificate e alla pubblicazione in Qlize!.
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Perché il periodo analizzato va da dicembre dell’anno precedente al mese di novembre di quello in corso e non da gennaio a dicembre dell’anno corrente?
il lasso di tempo utilizzato consente di avere un periodo di monitoraggio di trenta giorni per tutte le dimissioni. Se ci si riferisse all’anno civile, le dimissioni in dicembre non potrebbero es-sere considerate completamente nell’analisi delle riammissioni perché il monitoraggio di trenta giorni finirebbe nell’anno successivo.
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Perché il numero di dimissioni stazionarie indicato nel cockpit non corrisponde al numero di casi stazionari del nostro ospedale o della nostra clinica?
l’analisi con i dati UST concerne il periodo dicembre-novembre, non l’anno civile. Il numero di casi riportato in Qlize! diverge quindi dalla statistica interna.
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Quali valori di riferimento vengono utilizzati come base per il calcolo del tasso medio di tutti gli ospedali e per l’aggiustamento secondo il rischio nell’analisi con i dati UST?
vengono utilizzati i dati di tutti gli ospedali svizzeri coinvolti nelle analisi in funzione del loro spettro di prestazioni. Questi dati costituiscono i valori di riferimento e fungono da base per l’aggiustamento secondo il rischio.
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Perché non è possibile selezionare sottogruppi nei confronti statistici?
sono stati definiti requisiti minimi per garantire la rappresentatività statistica. Piccoli sottogruppi non consentono per esempio di svolgere confronti attendibili o di calcolare intervalli di confidenza. Nel rapporto in Qlize!, tuttavia, i risultati possono essere suddivisi a piacimento in sottogruppi e analizzati ulteriormente.
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Nell’analisi dettagliata, il tasso di composizioni di casi rispetto a tutte le riammissioni non pianificate si riferisce alle riammissioni interne ed esterne o solo a quelle interne?
si riferisce alle riammissioni interne ed esterne.
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Perché nel rapporto in Qlize! alcuni risultati non vengono visualizzati insieme a tutti gli altri, ma sono raggruppati nella categoria «Set di dati restanti»?
è una questione di protezione dei dati. Per prevenire la possibilità di risalire all’identità dei pazienti, l’UST non consente la pubblicazione di un numero troppo basso di casi, che finiscono quindi nella categoria «Set di dati restanti».
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Perché i risultati dell’analisi con i dati UST vengono messi a disposizione solo un anno e mezzo dopo?
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DOMANDE SPECIFICHE SULLE ANALISI CON I DATI DELLE CLINICHE
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In quale formato devono essere forniti i propri dati per l’analisi?
al momento, nel formato della statistica medica. Dall’anno di misurazione 2026 subentrerà invece il formato SpiGes.
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Perché viene proposta un’ulteriore analisi facoltativa con i dati delle cliniche, quando c’è già quella con i dati UST?
per consentire agli ospedali e alle cliniche di analizzare molto prima i loro risultati e di farlo a livello di singolo caso. I dati UST vengono messi a disposizione solo un anno e mezzo dopo, mentre con i propri gli istituti possono consultare i risultati interni e pianificare i miglioramenti già l’anno successivo. Per questioni di protezione dei dati, inoltre, l’UST vieta di documentare i risultati a livello di singolo caso, cosa che gli ospedali e le cliniche possono invece fare con i loro dati.
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I risultati possono essere analizzati anche una volta scaduto il termine per l’inoltro dei propri dati?
purtroppo no. Scaduto il termine di inoltro, i dati non possono più essere elaborati.
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Perché l’analisi con dati propri non consente di individuare le riammissioni esterne?
questi dati contengono solo casi del proprio istituto e gli ID dei pazienti dell’ospedale o della clinica in questione non sono collegati a livello nazionale. Mancano quindi informazioni sulle riammissioni in altri istituti.
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Perché il numero di dimissioni stazionarie indicato nel cockpit non corrisponde al numero di casi stazionari del nostro ospedale o della nostra clinica?
l’analisi con i dati delle cliniche concerne il periodo gennaio-novembre, non l’anno civile (vedi risposta alla domanda sul periodo di analisi con i dati UST). Il numero di casi riportato può quindi divergere dalla statistica interna.
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Perché il numero di dimissioni dell’analisi con i dati UST non corrisponde al numero di dimissioni con i dati delle cliniche dello stesso anno?
i periodi di osservazione sono diversi. I dati UST coprono il periodo dicembre-novembre, quelli delle cliniche il periodo gennaio-novembre, da qui le differenze nei campioni (vedi anche le risposte alle precedenti domande sull’argomento).
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Perché con i dati delle cliniche viene analizzato solo il periodo tra gennaio e novembre, invece di quello da dicembre a novembre come con i dati UST?
visto che alcuni ospedali non assegnano in modo chiaro i loro pazienti nei dati forniti per l’analisi a cavallo di due anni, non è possibile individuare in modo affidabile le riammissioni nel nuovo anno dopo una dimissione in quello vecchio. Un monitoraggio tra gennaio e novembre permette quindi di disporre di una base di dati più solida.
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Perché vi sono differenze tra i risultati dell’analisi con i dati UST e quelli dell’analisi con i dati delle cliniche dello stesso anno?
vi sono tre motivi. I dati delle cliniche non considerano le riammissioni esterne, i periodi di osservazione sono differenti e l’aggiustamento secondo il rischio dei dati delle cliniche utilizza i risultati dell’anno precedente quali valori di riferimento (vedi al riguardo anche le risposte alle domande precedenti e successive).
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Quali valori di riferimento vengono utilizzati come base per il calcolo del tasso medio di tutti gli ospedali e per l’aggiustamento secondo il rischio nell’analisi con i dati delle cliniche?
i risultati di tutti gli ospedali dell’anno precedente fungono da valori di riferimento per tale analisi. Trattandosi di un’analisi facoltativa, non vi partecipano tutti gli ospedali e tutte le cliniche.
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Perché sottraendo le riammissioni esterne dalla differenza tra tutte le riammissioni non pianificate calcolate con i dati UST non si ottiene il numero di riammissioni non pianificate calcolate sulla base dei propri dati?
perché i periodi di osservazione sono differenti (dicembre-novembre per i dati UST e gennaio-novembre per i dati delle cliniche, vedi anche risposte alle domande precedenti). Le cifre quindi non corrispondono.
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Quali risultati vanno considerati se i propri valori risultano anomali con l’analisi con i dati UST ma non con quella con i propri dati?
fanno sempre stato i risultati delle analisi con i dati UST. Visto che consentono confronti a livello nazionale e comprendono le riammissioni esterne, forniscono un quadro più completo.
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È giusto concludere che un’anomalia nelle analisi con i dati UST è dovuta alle riammissioni esterne se nell’analisi con i dati delle cliniche non risulta alcun valore anomalo?
non proprio. È vero che in un caso del genere un istituto fa registrare un valore anomalo solo considerando anche le riammissioni esterne nel confronto con gli altri ospedali e le altre cliniche. Le riammissioni esterne possono dunque senz’altro giocare un ruolo, ma il risultato anomalo è sempre il frutto di una combinazione di riammissioni interne ed esterne. Ricordiamo inoltre che l’aggiustamento secondo il rischio è diverso secondo la base di dati: quello per i dati UST considera riammissioni interne ed esterne, quello per i dati delle cliniche solo le riammissioni interne. È pertanto una semplificazione attribuire l’anomalia soltanto alle riammissioni esterne.
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Come mai nell’elenco dell’analisi di singoli casi non vi è un numero di casi con ID della riammissione pari a quello delle riammissioni nei risultati dei confronti statistici?
l’elenco contiene anche composizioni di casi di prime degenze con riammissioni, per i quali non esiste alcuna riammissione separata (vedi al riguardo anche la risposta alla domanda 3 sulla composizione di casi). Nell’elenco, le riammissioni legate a composizioni di casi sono contrassegnate semplicemente dalla cifra 1 apicale.
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Vi sono raccomandazioni o linee guida per lo svolgimento dell’analisi di singoli casi?
sì, alla fine del concetto di analisi e del manuale sulle riammissioni non pianificate ci sono raccomandazioni concrete. Segnaliamo inoltre i video didattici sull’analisi di singoli casi e sulla composizione di casi nel portale SMARTlize!.
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In quale formato devono essere forniti i propri dati per l’analisi?