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15.12.2016

Psichiatria: per la prima volta consultabili tutti i risultati per ogni clinica

I risultati della misurazione della qualità 2015 dell'ANQ nella psichiatria stazionaria per adulti e nella psichiatria infantile e adolescenziale delineano tendenze positive: nel corso degli anni, infatti, le cliniche sono riuscite a ridurre il peso dei sintomi durante la degenza. È la prima volta che in Svizzera vengono pubblicate cifre sulla riduzione del peso dei sintomi e sulla frequenza delle misure restrittive della libertà menzionando il nome delle cliniche.

Su mandato dell’ANQ, le cliniche con offerta psichiatrica per adulti (dal 2012) e quelle con offerta psichiatria per bambini e adolescenti (dal 2013) rilevano dati sul peso dei sintomi e sulle misure restrittive della libertà. Nel 2015, alla misurazione della qualità dell’ANQ hanno partecipato 65 (psichiatria per adulti), rispettivamente 23 (psichiatria infantile e adolescenziale) istituti.

La qualità dei dati è aumentata di anno in anno e, per la prima volta, è sufficiente per pubblicare in modo trasparente i risultati delle cliniche. Per valutare il peso dei sintomi, il personale di cura (valutazione da parte di terzi) e i pazienti (autovalutazione) sono chiamati a rispondere a importanti domande al momento dell’ammissione e della dimissione. Per quanto riguarda l’altro indicatore, invece, viene calcolato il tasso di pazienti per i quali è stata adottata almeno una misura restrittiva della libertà.

Peso dei sintomi: la tendenza positiva continua

Il peso dei sintomi determinato dalla cura psichiatrica è in calo da tre (adulti) e due (bambini e adolescenti) anni, sia dal punto di vista del personale di cura, sia da quello dei pazienti.

Non è tuttavia possibile trarre conclusioni sulle prestazioni complessive di una clinica basandosi su questi valori, i quali rappresentano soltanto un aspetto della qualità. Essi forniscono però preziose informazioni che consentono alle cliniche di analizzare i loro risultati, di confrontarli e di procedere ai necessari perfezionamenti. Gli strumenti di misurazione e i dati possono essere utilizzati nella quotidianità clinica, a tutto vantaggio degli istituti anche al di fuori dei periodi di rilevamento.

Misure restrittive della libertà: nessuna nella medicina delle dipendenze

Nelle cliniche del gruppo dei fornitori di prestazioni di base e della medicina somatica acuta, per il 7,9 per cento dei pazienti adulti è stata adottata una o più misure restrittive della libertà. Nelle cliniche specializzate il tasso scende allo 0,6 per cento, mentre in quelle per la cura di dipendenze non ne è stata segnalata alcuna. Nella psichiatria infantile e adolescenziale, questi provvedimenti hanno riguardato il 9,3 per cento dei pazienti.

In campo psichiatrico, le misure restrittive della libertà vengono adottate solo in caso di pericolo acuto per il paziente o per altri, tenendo sempre presenti gli aspetti della protezione di adulti e minori. Il rilevamento comprende l’isolamento, l’immobilizzazione, la medicazione forzata e le misure di sicurezza. Le misure restrittive della libertà non vanno confuse con i ricoveri a scopo di assistenza, i quali vengono rilevati dall’Ufficio federale di statistica, non dall’ANQ.

Un ridotto numero di misure non significa necessariamente una migliore qualità delle cure. Alcune cliniche adottano infatti più spesso brevi misure restrittive della libertà, altre puntano su meno misure, ma attuate più a lungo. L’analisi dei dati, inoltre, non considera le differenze nel collettivo di pazienti. Non è quindi possibile effettuare confronti diretti tra le cliniche. I risultati servono ad avviare perfezionamenti interni, fungono da base comparativa e promuovono il dibattito pubblico.

 

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